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«Sangue Italiano? Delitti, criminalità e violenza pubblica dal 1860 a oggi» by Roberto Casalini

Posted By: kabino
«Sangue Italiano? Delitti, criminalità e violenza pubblica dal 1860 a oggi» by Roberto Casalini

«Sangue Italiano? Delitti, criminalità e violenza pubblica dal 1860 a oggi» by Roberto Casalini
Italiano | ASIN: B0D79F9S4Z | MP3@128 kbps | 11h 24m | 646.71 Mb

Storie della storia d’Italia dalla nascita della nazione, nel 1860, ai giorni nostri. Centocinquantadue racconti neri brevi e netti di delitti, carriere criminali e violenza pubblica. Gli omicidi che ancora si ricordano e quelli che furono celebri ai loro tempi: dalla Contessa Lara uccisa dal giovane amante e mantenuto (1896) al caso Murri che sconvolse Bologna (1902); dalla contessa Tarnowska dark lady russa a Venezia (1910) a Gino Girolimoni, falso mostro di Roma inventato dal fascismo (1927); da Leonarda Cianciulli, la saponificatrice di Correggio (1939), alla belva di San Gregorio Rina Fort (1946). E poi il delitto del bitter, quello del curaro e quello del vetriolo, la Mantide di Cairo Montenotte e la Circe della Versilia, il falso biondino della spider rossa, la modella che uccide il playboy e il canaro che fa a pezzi il suo persecutore. Tra figli che ammazzano i genitori (Doretta Graneris, Pietro Maso, Erika e Omar) e adulti che uccidono gli implumi, le storie inquietanti degli assassini seriali (da Antonio Boggia, l’ultimo impiccato dell’800, al vampiro della bergamasca Vincenzo Verzeni che succhiava il sangue alle vittime; da Cesare Serviatti, il Landru italiano, a Donato Bilancia killer dei treni al duo neonazista veronese che si firmava Ludwig), ma accanto ai casi di cronaca nera, le storie di un’Italia che ha la criminalità organizzata più aggressiva e pervasiva d’Europa e bande e banditi leggendari, da Musolino a Mesina, dal Clan dei Marsigliesi alla Banda della Magliana. La lotta politica in Italia, ce ne dimentichiamo spesso, è stata vicenda feroce e con molti caduti, da Cavallotti a Umberto I, da Matteotti ai fratelli Rosselli, fino ad Aldo Moro e Mino Pecorelli. Ed è costante, in Italia, la vulnerabilità della democrazia, periodicamente esposta a tentazioni autoritarie e colpi di mano dall’alto (gli stati d’assedio e i militari che mitragliano la piazza, il fascismo, la strategia della tensione e lo stragismo) o a velleità spesso feroci di insurrezione e/o di rivoluzione (dalle jacquerie contadine alle "settimane rosse"; dalle torbide confusioni, nel secondo dopoguerra, fra lotta partigiana e regolamento di conti con sconfinamenti nella criminalità comune, sino alla lunga e sanguinosa stagione dei terrorismi rosso e nero). Tutte queste vicende, riconducendo anche i delitti in apparenza più "privati" allo spirito dei tempi, racconta Sangue italiano.

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